Brucchi e altri 3 sindaci: «Con questo decreto i nostri Comuni rischiano il dissesto»

TERAMO – Il decreto terremoto  approvato dalla Camera ”è lacunoso, e rischia di portare al dissesto i comuni del cratere: il Senato rimedi agli errori”.
E’ l’appello bipartisan lanciato dai sindaci di Teramo, Maurizio Brucchi, di Ascoli Piceno, Guido Castelli, di Macerata Romano Carancini e di Spoleto Fabrizio Cardarelli, ”profondamente insoddisfatti” del decreto sisma approvato dalla Camera in sede di conversione: «Sono stati infatti respinti tutti gli emendamenti suggeriti dall’Anci per sostenere i Comuni del cratere sotto il profilo dei vincoli di finanza pubblica».
«Finalmente si riconosce che i Comuni devono essere protagonisti del complesso processo di ricostruzione», ma non si danno loro i mezzi adeguati. «Avevamo chiesto al Governo e al Parlamento – ricordano i firmatari dell’appello – che ai Comuni del cratere fosse garantita una deroga all’obbligo del parere di bilancio (ex Patto di stabilità) per il triennio 2017-2019. Un intervento necessario, se si vogliono scongiurare effetti paradossali come l’impossibilità tecnica per i sindaci di spendere i soldi ricevuti con le donazioni».
I Comuni avevano poi chiesto di prevedere anche per il 2017 «un congruo effetto compensativo a fronte dello slittamento rateale del pagamento dei tributi comunali dell’anno in corso». In caso contrario si prospettano «enormi problemi di equilibrio di cassa, anche per la necessità di anticipare risorse per il pagamento degli interventi di somma urgenza». Da ultimo, osservano i primi cittadini di Ascoli, Macerata, Teramo e Spoleto, «serve il ristoro integrale, o quantomeno parametrizzato, del minor gettito della tassa sui rifiuti. Ad oggi è previsto, senza che peraltro siano noti tempi e modalità, solo quello per il mancato gettito Imu sugli immobili inagibili». «Su tutte queste richieste la Camera ha preferito far finta di niente. Ora la palla passa al Senato, che deve scegliere se devastare la capacità operativa dei Comuni e dei territori vittime della più grave crisi sismica che l’Italia ricordi dal 1703, oppure consentirci di aiutare la nostra gente». I sindaci chiedono al presidente dell’Anci De Caro di sostenere con determinazione la loro battaglia, «che è la battaglia di tutti. Se qualcuno vuole davvero aiutare le
popolazioni dell’Appennino colpite dal sisma è ora di dimostrarlo»